Le Migliori Frasi di Niccolò Fabi: Citazioni Profonde dalle Sue Canzoni

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Una selezione di frasi tratte dalle canzoni di Niccolò Fabi: da “Capelli” a “Una somma di piccole cose”

Negli anni, Niccolò Fabi ha trasformato la sua musica da melodie leggere a brani profondi e riflessivi. Partendo dal suo debutto al Festival di Sanremo con “Capelli”, Fabi ha continuato a evolversi come cantautore, producendo canzoni ricche di introspezione e significato.

Le origini musicali e l’evoluzione di Niccolò Fabi

Nato nel 1968, Niccolò Fabi ha iniziato la sua carriera musicale come batterista. Un incontro fortuito con Riccardo Sinigallia, che ha portato i suoi demo a diverse case discografiche, ha segnato l’inizio del suo viaggio come cantautore. Il suo primo singolo, “Dica”, pubblicato nel 1996, è stato un successo. L’anno successivo, con la partecipazione al Festival di Sanremo, Fabi ha raggiunto una vasta notorietà con il brano “Capelli”.

Le canzoni più significative di Niccolò Fabi

Da allora, la carriera di Fabi non si è mai fermata. I suoi brani, inizialmente più leggeri, si sono trasformati in opere molto più profonde e introspettive. Ecco alcune delle frasi più significative tratte dalle sue canzoni più belle:

  • Non voglio più chiedere scusa se sulla testa porto questa specie di medusa o foresta. Non è soltanto un segno di protesta, ma è un rifugio per gli insetti, un nido per gli uccelli che si amano tranquilli fra i miei pensieri e il cielo. Sono la parte di me che mi somiglia di più. (Capelli)
  • La vita può cambiare in un momento. Mi fa paura e anche se il pavimento del paradiso sei per me tu fai finta che è normale non riuscire a stare più con me. C’è soltanto un modo per riprendersi, lasciarsi un giorno e poi dimenticarsi. (Lasciarsi un giorno a Roma)
  • Il sorriso regalato a quel passante, un paragrafo di una pagina qualunque, la storia è un equilibrio tra le fonti. Il disegno che compare unendo i punti, un patto firmato, un bacio non dato, il futuro che cambia. E’ una somma di piccole cose. (Una somma di piccole cose)
  • Io sono l’altro, sono quello che spaventa, sono quello che ti dorme nella stanza accanto. Io sono l’altro, puoi trovarmi nello specchio, la tua immagine riflessa, il contrario di te stesso. (Io sono l’altro)
  • Ah si vivesse solo di inizi, di eccitazioni da prima volta, quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora. Penseresti all’odore di un libro nuovo, a quello di vernice fresca, a un regalo da scartare, al giorno prima della festa, al 21 marzo, al primo abbraccio, a una matita intera, alla primavera, alla paura del debutto, al tremore dell’esordio. Ma tra la partenza e il traguardo, in mezzo c’è tutto il resto. E tutto il resto è giorno dopo giorno e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire. E costruire è sapere e poter rinunciare alla perfezione. (Costruire)
  • Ho lasciato scappar via l’amore, l’ho incontrato dopo poche ore, è tornato senza mai un lamento, è cambiato come cambia il vento. Vento d’estate, io vado al mare voi che fate, non m’aspettate, forse mi perdo. (Vento d’estate)
  • Nelle cellule di un uomo è il suo destino. Abbiamo due soluzioni: un bell’asteroide e si riparte da zero o una somma di piccole cose. (Una Somma di Piccole Cose)

Un passato segnato dal lutto

La vita di Niccolò Fabi è stata segnata anche da un grave lutto, la perdita della figlia Olivia a soli 22 mesi a causa di una meningite fulminante. Nonostante il dolore, Fabi ha trovato la forza di tornare alla musica, regalando ai suoi fan pezzi ancora più toccanti e profondi. Di seguito, un’altra selezione di frasi dalle sue canzoni:

  • Io sono l’altro, sono l’ombra del tuo corpo, sono l’ombra del tuo mondo, quello che fa il lavoro sporco al tuo posto. (Io sono l’altro)
  • Una somma di piccole cose, una somma di passi, che arrivano a cento, di scelte sbagliate, che ho capito col tempo, ogni volta ho buttato ogni centimetro in più, come ogni minuto che abbiamo sprecato e non ritornerà. (Una somma di piccole cose)
  • Ho pensato al suono del suo nome, a come cambia in base alle persone, ho pensato a tutto in un momento, ho capito come cambia il vento. (Vento d’estate)
  • L’uomo vecchio con le sue rughe sta aspettando le ultime ore e un attimo prima di chiudere gli occhi sente di nuovo un vagito. (Ecco)
  • Ma quando perdo il senso e non mi sento niente, io chiedo ai miei capelli di darmi la conferma che esisto e rappresento qualcosa per gli altri, di unico, vivo, vero e sincero. Malgrado questa pietosa impennata di orgoglio, io tento ogni giorno che vivo di essere un uomo e non un cespuglio. (Capelli)
  • Anche il vuoto si apprezza. È meraviglia perversa la bellezza, eppure ci manca sempre qualcosa, in fondo ci manca sempre qualcosa. (La Bellezza)
  • Ricordati che c’è differenza tra l’amore e il pianto, poi fatti un regalo almeno ogni tanto. (Lasciarsi un giorno a Roma)
  • Facciamo finta che io mi nascondo e tu mi vieni a cercare e anche se non mi trovi tu non ti arrendi perché magari è soltanto che mi hai cercato nel posto sbagliato. (Facciamo Finta)
  • Non è più baci sotto il portone, non è più l’estasi del primo giorno. E’ una mano sugli occhi prima del sonno, è questo che sei per me. (Una Mano Sugli Occhi)
  • Ma le più lunghe passeggiate, le più bianche nevicate e le parole che ti scrivo. Non so dove l’ho comprate, di sicuro le ho cercate senza nessuna fretta perché l’argento sai si beve, ma l’oro si aspetta. (Il Negozio di Antiquariato)
  • Se potessimo andare lontano, senza avere paura come certe idee come le maree. Questa è la promessa che ti faccio, io. (La Promessa)
  • Sentire e fare attenzione, ubriacarsi d’amore è una fissazione, è il mestiere che vivo e l’inchiostro aggrappato a questo foglio di carta, di esserne degno è il mio tentativo. (È non è)
Scritto da Augusto Clerici
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