Le migliori citazioni di Paolo Villaggio: frasi profonde e pungenti

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le citazioni memorabili di paolo villaggio

Nota figura dello spettacolo italiano, Paolo Villaggio, scoperto da Maurizio Costanzo nel 1967, ha avuto una carriera cinematografica e letteraria indimenticabile, conclusasi nel 2017 all’età di 84 anni. Originario di Genova, Villaggio ha conquistato il pubblico con una satira sociale pungente, regalando pellicole indimenticabili e creando personaggi iconici come Ugo Fantozzi, inizialmente apparso in racconti pubblicati su L’Espresso. Questo articolo raccoglie alcune delle frasi più significative del comico, tra ironia e riflessioni profonde.

le frasi iconiche di paolo villaggio

Paolo Villaggio, nato il 30 dicembre 1932 e morto il 3 luglio 2017, è riconosciuto come l’inventore della satira sociale. La sua ironia grottesca e dissacrante ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema italiano, tanto da renderlo un’icona. Attore, comico e scrittore, ha elaborato durante la sua carriera una serie di frasi che spaziano dalla critica sociale all’umorismo, coinvolgendo numerose personalità del mondo dello spettacolo.

  • Sono inviperito per questa tendenza, soprattutto italiana e forse legata alle radici cattoliche, di riconoscere i meriti degli artisti solo dopo la morte. Come se la morte nobilitasse.
  • Aiutarli in Africa è la soluzione più saggia e più utile, anche se è della Lega. Lo direi anche se lo dicesse Hitler. Che però li voleva eliminare. Siccome non si può, è necessario aiutarli in Africa. (…) Anche il Papa esprime profondo dolore, ma è un’ipocrisia. Non gliene frega un cazzo.
  • Con Fabrizio De André ho passato l’infanzia e la gioventù, poi vent’anni con Gassman, altri venti con Tognazzi, poi Ferreri, Volonté, Fellini… Insomma… parlo solo “di” qualcuno, non “con” qualcuno… mah!
  • Fantozzi è anche un terapeuta: ha liberato l’italiano dal timore di essere italiano.
  • Gli italiani quando sono in due si confidano segreti, tre fanno considerazioni filosofiche, quattro giocano a scopa, cinque a poker, sei parlano di calcio, sette fondano un partito del quale aspirano tutti segretamente alla presidenza, otto formano un coro di montagna.
  • La comicità è arte genetica.
  • Il comportamento comico è un comportamento infantile, tutti i comici sono bambini, immaturi. Stan Laurel è un bambino, piange tutte le volte, Jerry Lewis era un bambino scemo, Totò non ha mai toccato una donna veramente, Sordi lo stesso. Il comportamento infantile va a dissotterrare a livello improvviso, inaspettato, il periodo più felice della vita: l’infanzia, che provoca una grande emozione di felicità e quindi la risata. Tutti i grandi comici, da sempre, si comportano in maniera immatura, come bambini.
  • La tv è più pericolosa perché è trasparente: ingigantisce i difetti.
  • Roberto Benigni è sempre fuori le righe, un clown euforico. Solo quando parla di soldi con la moglie diventa serissimo. Cambia voce, faccia. Esce il contadino che è in lui. Un grandissimo, Benigni, anche se non lascia nulla di scritto.
  • Non fa ridere una partita di pallacanestro di gente seduta in sedia a rotelle, io non le guardo, fa tristezza vedere gente che si trascina sulla sedia con arti artificiali. Mi sembra un po’ fastidioso, non è divertente.
  • Voi giovani avete il vizio in questo momento di dire che siete infelici, che avete paura del futuro, che la colpa è di questo o di quello… e incolpate soprattutto la nostra generazione, i ladri, i politici… no, non è vero, voi siete anche in colpa, credetemi. Quando è finita la guerra, il paese era completamente distrutto, non c’erano né strade, né autostrade, né ponti, né ospedali, non c’era un cazzo, c’erano solo delle chiese. Dopo finita una tragedia orrenda come la guerra non c’era più un cacchio, niente, niente!! In quindici anni noi, in Italia, siamo diventati il quarto paese industrializzato della Terra. In soli quindici anni! Oooh! Allora io vi prego, ragazzi, la colpa è vostra. Questo continuo lamentio!! Io comincio a pensare che siamo più felici noi da vecchi, che voi da giovani. Pensate, è una cosa incredibile!!
  • Cos’è la bellezza? Monica Bellucci! Tempo fa ho fatto un film con lei, Palla di neve. Indimenticabile: lei, non il film. E poi la Cappella Sistina.
  • Avere non è essere felici, ma è sembrare felici.

le affermazioni del leggendario interprete di fantozzi

Paolo Villaggio ha collaborato con giganti del cinema come Federico Fellini e Mario Monicelli e ha ottenuto numerosi riconoscimenti di prestigio, tra cui il David di Donatello nel 1990, il Nastro d’Argento nel 1992 e il Leone d’oro alla carriera nel 1996. Ecco alcune altre delle sue frasi più celebri:

  • C’erano due bambini molto belli, biondi, figli di ricchi: tutti i figli dei ricchi sono biondi e uguali, i figli dei braccianti calabresi sono scuri e disuguali.
  • Con Fantozzi ho cercato di raccontare l’avventura di chi vive in quella sezione della vita attraverso la quale tutti, tranne i figli dei potentissimi, passano o sono passati: il momento in cui si è sotto padrone. Molti ne vengono fuori con onore, molti ci sono passati a vent’anni, altri a trenta, molti ci rimangono per sempre e sono la maggior parte. Fantozzi è uno di questi.
  • Fantozzi di allora era un miserabile felice, almeno lui aveva un posto fisso.
  • Ho detto che Papa Giovanni Paolo II non crede in dio? Lo penso davvero. Su, avanti. Il Papa è una persona troppo intelligente per crederci.
  • La nostra cultura non ha ancora accettato una cultura inferiore come quella che viene dall’Africa. Non è il colore della pelle, è la differenza culturale. Indubbiamente non è confrontabile con la grande cultura europea. Noi buonisti, noi europei, noi sacerdoti, noi santi… tutti abbiamo sempre finto di essere più buoni di quello che in realtà siamo. I rapporti con la gente di colore oggi, tranne forse con Obama, sono ancora improntati a una leggera ipocrisia.
  • Le Paralimpiadi di Londra fanno molta tristezza, non sono entusiasmanti, sono la rappresentazione di alcune disgrazie e non si dovrebbero fare perché sembra una specie di riconoscenza o di esaltazione della disgrazia.
  • Silvio Berlusconi mi ha detto che sono un grande comico. Gli sono molto grato: per questo e per aver perso le ultime elezioni.
  • C’è sempre uno che si chiama Giandomenico Fracchia. Un nevrotico, uno che di fronte a una ragazza che gli piace non riesce a spiccicar parola e di fronte al capufficio si caga addosso. È una malattia molto comune: un eccesso di paura e timidezza.
  • Ugo Tognazzi era intelligente come uomo, geniale come

Scritto da Augusto Clerici
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