Analisi del film “La teoria del tutto”: la vera storia di Stephen Hawking e la sua teoria
Il film La teoria del tutto, diretto da James Marsh e uscito nelle sale nel 2014, ripercorre la vita di Stephen Hawking, uno dei più celebri fisici e cosmologi del nostro tempo. Interpretato da Eddie Redmayne, che per questo ruolo ha vinto l’Oscar come Miglior attore protagonista, il film racconta le scoperte scientifiche e le sfide personali di Hawking. Di seguito viene approfondita la vera storia dietro il film e la teoria scientifica che ne prende il nome.
la fedeltà del film alla realtà
somiglianze e differenze tra film e realtà
Nel film, Stephen Hawking ha valutato la narrazione come “sostanzialmente vera”. Nonostante ciò, esistono alcune discrepanze. Ad esempio, Brian, il compagno di stanza di Hawking a Cambridge, è un personaggio fittizio creato per rappresentare tutti gli amici del fisico. Un’altra differenza riguarda la scoperta della malattia di Hawking. Mentre nel film la malattia viene individuata dopo una caduta, nella realtà, la diagnosi è giunta a seguito di diverse cadute e su insistenza della famiglia.
alterazioni nella rappresentazione degli eventi personali
Alcuni eventi personali sono stati modificati. Ad esempio, nel film, Hawking e la moglie Jane sono rappresentati come residenti a Cambridge per tutto il tempo, mentre nella realtà hanno vissuto per un periodo in California. Inoltre, la separazione tra Stephen e Jane è stata molto più difficile e contornata da dispute e momenti di forte tensione rispetto a quanto mostrato nel film.
la teoria del tutto spiegata
La “teoria del tutto” di Stephen Hawking è una delle tematiche centrali del film. Hawking ha dimostrato che l’universo intero si è originato da una singolarità che, con il Big Bang, ha dato vita a stelle, pianeti e galassie. Questa teoria cerca di unificare le diverse forze fondamentali della fisica in un’unica, comprensiva teoria.
la malattia di Stephen Hawking
Stephen Hawking soffriva di una malattia degenerativa dei motoneuroni, la cui esatta natura rimane ancora incerta. Alcuni studiosi ipotizzano si trattasse di una versione atipica della SLA (sclerosi laterale amiotrofica) che avrebbe danneggiato solo il secondo motoneurone, mentre altri sostengono fosse affetto da PMA (atrofia muscolare progressiva).