L‘ingegnera e attivista iraniana Narges Mohammadi è tornata temporaneamente libera dopo oltre due anni di detenzione, per ricevere le cure mediche necessarie per la sua salute compromessa. Questo articolo esplorerà le circostanze del suo rilascio e la battaglia legale e umana che la circonda.
La malattia dell’attivista iraniana e la richiesta di scarcerazione definitiva
Il rilascio di Narges Mohammadi è avvenuto grazie a un parere medico che ha evidenziato il deterioramento delle sue condizioni fisiche. Dopo un intervento per problemi ossei, il suo stato di salute è peggiorato a causa delle condizioni di detenzione in cui si trova attualmente. I suoi avvocati e i sostenitori stanno combattendo affinché la sua liberazione temporanea diventi un provvedimento permanente. Mohammadi è stata arrestata ben 13 volte e ha subito torture e maltrattamenti.
Taghi Rahmani, giornalista e attivista, ha dichiarato che Narges è in buono stato d’animo nonostante la fragilità della sua salute. I legali fanno presente che un congedo medico non è sufficiente: è richiesta una sospensione adeguata della pena detentiva e l’accesso a cure mediche professionalmente adeguate.
La richiesta è rivolta anche alle organizzazioni per i diritti umani ed enti internazionali affinché si attivino per il rilascio incondizionato dell’attivista.
Chi è Narges Mohammadi
Narges Mohammadi è un’ingegnera di 52 anni, conosciuta come una delle figure di spicco della lotta per i diritti umani in Iran. Ha ricoperto anche il ruolo di vicepresidente del centro per i diritti umani nel suo Paese. Il 6 ottobre 2023 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il suo instancabile impegno contro l’oppressione delle donne.
Amnesty International ha documentato le molteplici violations di cui è stata vittima negli ultimi quindici anni, tra cui detenzione arbitraria, torture e maltrattamenti. Dopo un periodo di libertà, è stata nuovamente arrestata nel 2021 per aver pubblicamente criticato il regime, portando alla sua attuale condanna a 12 anni e 11 mesi di carcere, oltre a sanzioni fisiche.
Attualmente, Mohammadi si trova in detenzione presso la prigione di Evin a Teheran, luogo noto per le dure condizioni di detenzione. Il suo stato di salute è ulteriormente compromesso da gravi patologie cardiache e polmonari. Nonostante il regime continui a ostacolare le cure a cui ha diritto, Mohammadi ha sempre manifestato determinazione nella sua lotta per i diritti umani.
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