Il fenomeno degli accumulatori seriali
La difficoltà di separarsi da oggetti dal forte valore emotivo è un’esperienza comune, ma quando questo diventa un’esigenza compulsiva, si parla di un fenomeno noto come accumulo patologico. In tali situazioni, la casa di un accumulatore può trasformarsi in un luogo dove i ricordi e le sofferenze si accumulano, rendendo la vita quotidiana estremamente difficile e, a volte, rischiosa per sé e per gli altri.
Le conseguenze dell’accumulo patologico
Molte persone si trovano a conservare oggetti che non suscitano più alcuna utilità pratica, ma solo una memoria emotiva. Questo comportamento, se non riconosciuto, può degenerare in un vero e proprio disturbo. Un’illustrazione di questa problematica è mostrata in una delle puntate della popolari serie TV CSI – Scena del crimine, dove il team di specialisti troverà un corpo in decomposizione all’interno di un’abitazione di un accumulatore. Sebbene si tratti di una rappresentazione esagerata, essa evidenzia l’importanza di affrontare seriamente tale condizione.
Accumulatori seriali: chi sono
Studi recenti indicano che circa il 2,5% della popolazione mondiale presenta segni di accumulo patologico. Secondo la dottoressa Caterina Novara dell’Università di Padova, spesso gli oggetti conservati non hanno un valore monetario, ma un’importanza emotiva che deriva da esperienze vissute. La difficoltà di disfarsi di tali oggetti è dovuta al timore di perdere un ricordo significativo.
Le caratteristiche degli accumulatori
Le persone con disturbo da accumulo hanno spesso problemi decisionali e una percezione distorta degli oggetti. Molti di loro evitano di disfarsi di qualsiasi cosa per non affrontare l’eventualità di commettere un errore. Conservare gli oggetti diviene così un modo per proteggere i propri legami affettivi, evitando la sensazione di privazione. È fondamentale prestare attenzione a determinati comportamenti, che potrebbero indicare l’esistenza di un problema più grave. Un approccio terapeutico efficace è rappresentato dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale.